GROTTAFERRATA. LETTERA DI UN CITTADINO
Il comunicato del sindaco di Grottaferrata Andreotti, sulla sentenza del TAR, che ha di fatto annullato l’aggiudicazione della gara per la raccolta dei rifiuti, altro non è che l’apoteosi della contraddizione, l’esempio perfetto della non comunicazione, “dico quattro cose le butto in pasto ai giornali, perché il momento contingente mi obbliga a dire qualche cosa”.
La nota esordisce: Una relazione sullo stato dell’arte nell’aggiudicazione del servizio di nettezza urbana e l’apertura di un confronto tra i gruppi rappresentati in Consiglio comunale.
Ci voleva la sentenza del Tar per far sì che una discussione così importante approdasse nell’aula del Consiglio Comunale. Una tematica di tale rilevanza, risolta con due commissioni, e una delibera la n. 74 che estrapola la gara dalla gestione della Centrale Unica di Committenza per gestirla in proprio.
Atto amministrativo a nostro avviso improprio, in quanto l’adesione alla CUC, era stata fatta dal commissario prefettizio con poteri di consiglio, quindi la competenza spettava a quest’ultimo organo.
La seduta viene annunciata tra il 27 e 30 Dicembre, “Riteniamo ancora una volta e anche su questa vicenda – dichiara il sindaco Luciano Andreotti – che l’assemblea del Consiglio comunale debba essere il luogo principe nel quale discutere i passaggi più importanti della vita del nostro Comune su cui molto si sta discutendo in questi giorni e rispetto al quale l’Amministrazione comunale, così come la sua maggioranza, non ha certo intenzione di sottrarsi.
Sindaco, Amministrazione e Maggioranza non si sottraggono alla discussione.
Ci mancherebbe pure che non portassero in discussione tra i rappresentanti dei cittadini un simile scempio amministrativo, che sta tenendo in fibrillazione tutti i cittadini di Grottaferrata.
Ci domandiamo, perché non subito, quale è la scellerata motivazione di aspettare un mese per affrontare e portare a conoscenza di tutti, su quanto è accaduto.
Ora l’assemblea, diventa improvvisamente, il luogo principe nel quale discutere i passaggi più importanti della vita del nostro comune. Quale folgorazione Andreotti, ha ricevuto sulla via di Damasco, per comprendere che il luogo deputato per discutere scelte che impegnato il paese per i prossimi 10 anni, è solo il consiglio comunale? Perché quando alcuni consiglieri di minoranza, hanno provato a chiedere di ristabilire le regole della democrazia, e far discutere una gara così importante all’organismo preposto, sono stati presi a pesci in faccia? La tanto sbandierata partecipazione democratica fatta prima delle elezioni era solo becera propaganda? Quale mistero oscuro si cela dietro scelte politiche che hanno condotto il paese in un baratro, che sta lasciando basiti i contribuenti cittadini? Dove è stata l’opposizione in tutto questo tempo, perché non è stata proferita parola soprattutto dal PD, e dalla “Città al Governo”, su un argomento che ha avuto un epilogo di questa natura? Bisognava rivendicare sin da subito la centralità del Consiglio Comunale su argomenti così importanti. Il silenzio complice di parte delle minoranze, apre una luce su di un fenomeno di manifesta ambiguità, in cui forze politiche che dovrebbero svolgere la funzione per la quale i cittadini li hanno relegati, ossia nel ruolo dell’opposizione. Cosa che in questi tre anni e mezzo non è mai avvenuta. Per questo pensiamo che portano sulle loro spalle le stesse responsabilità di chi Governa.