Il Carnevale romano e le sue delizie
Tra frappe e castagnole
Siamo a Carnevale, il periodo più pazzo dell’anno, tra maschere, sfilate con carri allegorici, coriandoli sparsi sulle strade delle nostre città e dolci in abbondanza, come vuole la tradizione, da nord a sud del Paese. Quest’anno il Carnevale si festeggia dal 9 al 25 febbraio; quest’ultimo è il giorno del martedì grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri e l’inizio della Quaresima. Il giovedì grasso invece sarà il 20 febbraio, ossia il giovedì precedente al Mercoledì delle Ceneri.
Il giovedì grasso, come nell’etimologia stessa della parola Carnevale, che deriva dal latino “carnem levare”, “togliere la carne” – è l’ultimo giorno in cui mangiare la carne e fare bagordi prima della dieta morigerata della Quaresima ed il Mercoledì delle Ceneri è il primo giorno del periodo di penitenza in preparazione della Santa Pasqua.
Il giovedì grasso non è una data fissa in quanto dipende dalla Pasqua e tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua intercorrono i 46 giorni della Quaresima.
Per il Carnevale sono tante le ricette di prodotti tipici rigorosamente preparati artigianalmente, talvolta a variare è solo il nome che si differenzia tra varie località; altre volte alle ricette tradizionali si affiancano varianti con ingredienti di particolare golosità. Si tratta principalmente di dolci fritti e talvolta anche ripieni; la variante a forno quando possibile è certamente più leggera ma il Carnevale non è un periodo di dieta ma al contrario, di eccessi.
Il Carnevale romano predilige le frappe che sono il dolce italiano carnevalesco per eccellenza, fritte o al forno, spesso arricchite con aromi, come vaniglia o mandarino, o liquori, e proposte anche con glassa di cioccolato; le castagnole alla romana, morbide palline di pasta fritta passate nello zucchero, fritte o cotte al forno, prive di ripieno o altrimenti farcite conricotta, crema pasticcera e cioccolato. Non possono mancare i ravioli nel Carnevale romano, dolci dalla forma tipica del raviolo, fritti e ripieni di ricotta, cioccolato e a volte cannella, alchermes e rum.
Il Carnevale romano ripropone alcuni dei dolci italiani tipici. Tra i più diffusi in Italia, infatti ci sono le chiacchiere o frappe, chiamate anche in altri modi come strappe, lattughe e intrigoni, preparate con farina, uova, zucchero, burro fuso e raffreddato, scorza di limone ed un pizzico di sale e aromatizzate con un componente alcoolico, generalmente il vino bianco, ma anche brandy, marsala, sambuca, vinsanto o grappa, creando un impasto che viene tagliato con una rotella dentata a listarelle più o meno alte, fritte o cotte a forno e ricoperte con zucchero a velo; disponibili anche in alcune varianti come le frappe all’arancia o al limone, con scorza grattugiata d’agrumi, le sfrappole emiliane, con succo d’arancia e brandy, e ancora, quelle ricoperte con cioccolato fondente a filo e altre completamente scure, perché realizzate con cacao amaro in polvere, inserito direttamente nell’impasto; tipiche del Carnevale anche quelle colorate, innaffiate con alchermes, un liquore a base di chiodi di garofano, cardamomo e acqua di rose.
Un altro dolce del Carnevale romano, diffuso in tutto il Paese, sono le castagnole, preparate con farina, uova, zucchero, burro, latte, lievito in polvere, sale e aggiunta di marsala, prodotte anche in più varianti, quella colorata detta peschine o pesche dolci all’alchermes, o semplicemente aromatizzate al limone o all’arancia, con succo e scorza di agrumi e disponibili anche nella versione più golosa, ricoperte con cioccolato fondente.
Un dolce tradizionale del centro Italia, Abruzzo, Lazio e Molise ma poi preparato anche in altre regioni è la cicerchiata, realizzata da pallottole di volume minore rispetto alle castagnole, simili agli struffoli natalizinel napoletano, con impasto di farina, uova, zucchero, vino bianco, olio extravergine e limone, ricoperte di mielee volendo anchecanditi e mandorle, assemblate a creare una sorta di ciambellone, ricoperto da granella di zucchero colorata.
Vi è poi un altro dolce preparato tra febbraio e marzo, la zeppola, con pasta lievitata chiusa ad anello oppure a bignè e poi fritta od eventualmente cotta a forno, realizzata con impasto di farina, zucchero, uova, burro e olio d’oliva (in Puglia anche con acqua e strutto), ripiena di crema o soltanto guarnita di crema e amarene allo sciroppo o di crema al cioccolato. A Carnevale poi, non possono mancare le ciambelline fritte, ricoperte con zucchero semolato o granella di zucchero colorata od ancora, con cioccolato e talvolta ripiene di crema e, per gli appassionati degli agrumi, le ciambelle aromatizzate al limone.
Angela Attolico